Il produttore di serramenti altoatesino Finstral invita al dialogo, avvia conversazioni e affronta temi rilevanti dell’architettura. Per il terzo numero del Magazine Finstral F_03 abbiamo posto otto domande ad architetti provenienti da tutta Europa. Qui può leggere le risposte di Jeroen Derksen e David Windt.
1. Come architetto, cosa pensa della luce?Jeroen Derksen e David Windt: La luce diurna è (naturalmente) molto importante per gli esseri umani. Cambia la percezione e l’esperienza, infonde una sensazione di sicurezza aprendoci la vista, e trasmette – quasi letteralmente – energia. In poche parole, abbiamo un rapporto inscindibile con essa. La luce naturale è un diritto sancito dalla legge, almeno nei Paesi Bassi. Deve essere presente negli spazi abitativi, mentre per i luoghi di lavoro sono previsti rigidi requisiti in termini di lux e luce diurna. Per noi architetti, però, ha un’influenza che va ben oltre a ciò. La luce modella lo spazio e, se utilizzata sapientemente, può generare effetti ed emozioni indescrivibili. L’interazione tra la luce e la vista dalla prospettiva dell’osservatore è un aspetto rilevante della nostra architettura.
2. Come integra la luce naturale nella progettazione? Studiamo molto l’influenza della luce e le possibilità che si aprono a livello progettuale in base alla scelta di schermare il sole o favorirne l’ingresso. Attraverso simulazioni abbiamo l’opportunità di valutare gli effetti di determinati interventi. Ciò definisce la progettazione.
3. Come utilizza la finestra per definire la realizzazione architettonica?Le finestre, o più in generale le aperture, sono gli elementi con cui possiamo ottenere l’effetto desiderato. Il mezzo con cui possiamo dare forma alla nostra visione e realizzarla.
4. Quale edificio esistente (conosciuto) vorrebbe convertire o ampliare? E come? Non vogliamo ricostruire edifici. Ogni commissione si basa sulla struttura preesistente. Facciamo tesoro della storia e creiamo architettura contemporanea. Se si dovesse ampliare il museo d’arte privato Voorlinden di Kraaijvanger Architects a Wassenaar, inaugurato nel 2016, ci piacerebbe partecipare al progetto. Il tetto garantisce già un utilizzo straordinario della luce. Potremmo pensare di renderlo più grande oppure progettare un padiglione che cerchi di integrare anch’esso la luce, ma alla maniera di derksen|windt architecten.
5. L’edilizia è una giungla di innumerevoli normative e procedure in parte obsolete: cosa cambierebbe? E come?Sarebbero da abolire varie rigide normative, come il valore R dei componenti degli edifici. Dovremmo veramente basarci su una concezione più ampia di sostenibilità e durabilità, giudicando un progetto da questa prospettiva. Ad esempio, per quanto riguarda Finstral, i doppi vetri possono essere più che sufficienti se integrati in modo mirato nel progetto. Lo stesso vale per gli elevatissimi requisiti di isolamento delle pareti e dispersione termica. Bisognerebbe considerare il quadro d’insieme. E gli enti competenti dovrebbero pensare a valutare il progetto anziché controllare solo che vengano rispettati i valori stabiliti.
6. L’architettura è realtà costruita. Quale responsabilità sociale e politica hanno oggi gli architetti?
L’architettura ha la capacità di favorire le interazioni sociali tra le persone. Può migliorare la qualità della vita, ad esempio in una casa o nell’apprendimento e insegnamento in una scuola, l’attività lavorativa in un ufficio e via dicendo. La progettazione di ambienti che si fondono l’uno nell’altro nonché il rapporto tra l’edificio e lo spazio pubblico hanno una grande influenza sul benessere. L’architettura non rientra tra i bisogni primari, ma traduce il bisogno di avere un tetto sopra la testa in uno spazio bello, caldo e pulito, pieno di aria fresca. In uno spazio che possa essere utilizzato in modo razionale, in cui sia piacevole soffermarsi, da godersi e vivere appieno. Ciò rende le persone più felici e rilassate.
7. Con chi Le piacerebbe dialogare di architettura e su quale tema in particolare?A livello ipotetico, ci piacerebbe conversare con alcuni grandi architetti del passato che ci hanno ispirato. Con Dom Hans van der Laan su spazi e rapporti. Oppure con Mies van der Rohe sulla colonna come elemento. In particolare, vorremmo dialogare con la vincitrice del Premio Pritzker Kazuyo Sejima e il suo collega Ryūe Nishizawa sul processo di progettazione del 21st Century Museum of Contemporary Art. Uno dei nostri edifici contemporanei preferiti.
8. Con quale argomentazione aprirebbe questo dialogo?Nel dialogo con Sejima e Nishizawa ci focalizzeremmo sulla percezione dello spazio, sia dall’interno che dall’esterno, partendo dal 21st Century Museum of Contemporary Art.
derksen|windt architecten è uno studio di architettura creativo con una propria cifra, fondato nel 2008 da Jeroen Derksen e David Windt. Per ogni realizzazione ricercano un design su misura per il cliente e basato sulle esperienze future degli utenti. Studiano e progettano fino a ottenere un concetto d’insieme solido, che coniughi bellezza e unicità. Ciò che accomuna i loro progetti è l’amore per i materiali nei minimi dettagli, il gioco di luce e vista nonché la passione per le proporzioni e la scala.
Ritratto Jeroen Derksen e David Windt: © derksen|windt architecten
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