Il produttore di serramenti altoatesino Finstral invita al dialogo, avvia conversazioni e affronta temi rilevanti dell’architettura. Per il terzo numero del Magazine Finstral F_03 abbiamo posto otto domande ad architetti provenienti da tutta Europa. Qui può leggere le risposte di Christoph Hesse.
1. Come architetto, cosa pensa della luce?Christoph Hesse: La luce per me è una componente progettuale determinante per coinvolgere le persone sul piano emozionale. Al tempo stesso, però, svolge una funzione essenziale anche l’ombra, perché solo nella loro interazione si può cogliere il linguaggio simbolico della luce. Durante una messa di mezzanotte una piccola candela può illuminare un’intera chiesa, mentre la luce del mattino nel Sauerland può riempire di atmosfera un paesaggio.
2. Come integra la luce naturale nella progettazione? Progettiamo la luce diurna tramite modelli fisici nel nostro studio e simulazioni in cantiere durante i vari momenti della giornata e nelle diverse stagioni.
3. Come utilizza la finestra per definire la realizzazione architettonica?Da un lato, lavoriamo spesso con finestre strutturali, ovvero sostituendo un’intera parete con una grande superficie finestrata per mettere in comunicazione l’interno e l’esterno. Dall’altro, integriamo finestre di piccole dimensioni per far apparire la vista del paesaggio come un dipinto sulla parete.
4. Quale edificio esistente (conosciuto) vorrebbe convertire o ampliare? E come? Vorrei rimuovere la sala riunioni del Palazzo di Vetro a New York, dove si riunisce il Consiglio di sicurezza dell’ONU, per costruirla su una portaerei dismessa. Così si potrebbe fare rotta verso le aree di conflitto del mondo per condurre negoziati di pace direttamente sul posto.
5. L’edilizia è una giungla di innumerevoli normative e procedure in parte obsolete: cosa cambierebbe? E come?Secondo me bisogna abolire l’antiquato sistema dei piani regolatori e sostituirlo con principi di progettazione locali, orientati alla comunità.
6. L’architettura è realtà costruita. Quale responsabilità sociale e politica hanno oggi gli architetti?
L’architettura può fornire un contributo per un futuro giusto, umano e sostenibile. Lo squilibrio sociale e le conseguenze del cambiamento climatico sono i principali punti da affrontare e ridefinire in un processo strategico. Puntando sia su materiali naturali e riciclati che su fonti energetiche alternative, dobbiamo trovare soluzioni in grado di garantire l’armonia tra edilizia, ambiente e società, oltre a ridurre l’uso di nuove risorse. Gli utenti vanno coinvolti attivamente nel processo di progettazione, con l’obiettivo di favorire l’appropriazione da parte delle persone e creare così luoghi adatti alla comunità.
7. Con chi Le piacerebbe dialogare di architettura e su quale tema in particolare?Mi piacerebbe confrontarmi con i sociologi Hartmut Rosa e Andreas Reckwitz. Il tema sarebbe la risonanza e l’indisponibilità nella società delle singolarità di oggi nel contesto architettonico.
8. Con quale argomentazione aprirebbe questo dialogo?Solo un’architettura orientata al bene comune può avere futuro.
Christoph Hesse Architects è stato fondato da Christoph Hesse a Korbach nel 2010. Nel 2018 ha aperto una filiale a Berlino e il team si è ampliato, arrivando a contare 12 collaboratori. Insignito di numerosi premi, lo studio espone regolarmente i propri progetti in musei e gallerie di tutto il mondo. Nel 2017 ha partecipato alla rassegna Documenta 14 a Kassel nell’ambito della mostra di architettura. Christoph Hesse ha insegnato come docente ospite, professore incaricato e visiting professor presso il Politecnico di Zurigo, l’Università di Harvard, l’Università di Architettura di Ho Chi Minh a Saigon, l’Università tecnica di Darmstadt e l’Università di Kassel.
Ritratto Christoph Hesse: © tschinkerstenchristophhesse.euPiù risposte di architetti provenienti da tutta Europa:
finstral.com/framinglight